26 ottobre 2024
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La 1ª edizione del T3-Truck Tyre Trailer (autocarri, pneumatici, rimorchi) ha presentato tecnologie, mezzi e veicoli per il trasporto stradale, pesante e leggero, allestimenti, rimorchi e semirimorchi, pneumatici nonché componentistica per autocarri, furgoni, trattori stradali e rimorchi. Ancsa è stata invitata a patrocinare l’evento dal direttore della Mediapoint & Exhibitions, dott. Fabio Potesta'; ha anche organizzato un convegno, articolato su due Giornate Ancsa, sulle problematiche di maggior rilievo per il settore di propria competenza.
La scarsa considerazione finora dimostrata dal Legislatore e dalla stessa opinione pubblica nei confronti del soccorso stradale è stata messa in risalto dal direttore Fabio Potestà nel suo saluto di apertura del convegno Ancsa: “Insieme occorre evidenziare un nonsenso; l’opinione pubblica è molto sensibile all’emergenza sanitaria, al soccorso sanitario, ma non percepisce la rilevanza del soccorso stradale”.
“In passato non ne è stata rilevata l’importanza - ha sottolineato Potestà - si tratta di una categoria che deve essere riconosciuta dalle Istituzioni e le deve essere riconosciuto il giusto emolumento”.
Il convegno ha fatto idealmente seguito alla Giornata di Studio svolta il 16 luglio scorso presso il CNEL ed ha consentito il confronto con gli associati sulle nuove esigenze di sicurezza derivanti dall’elettrificazione dei mezzi di trasporto in un momento caratterizzato sempre di più da una profonda crisi dell’automotive.
Al centro dell’attenzione dei partecipanti anche il riconoscimento della categoria professionale del soccorso stradale meccanico, le innovazioni portate nel settore dalla seconda edizione del CCNL del soccorso stradale, lo smaltimento dei veicoli lungo giacenti nei depositi, la finanza agevolata e l’accesso al credito per le imprese; le possibilità di smobilizzo dei crediti maturati con la Pubblica Amministrazione e di cessione dei crediti maturandi.
Una vasta gamme di argomenti, quindi, che hanno permesso un’analisi complessiva della più recente attività di Ancsa, dei futuri appuntamenti e di nuove opportunità per gli associati.
Di seguito alcuni dei temi trattati a Piacenza nelle due Giornate Ancsa.
Ad agosto ‘24, le nuove immatricolazioni di autovetture nell’UE sono state 755.717, il 18,3 % in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. In tale scenario negativo, le BEV (le full electric) registrano in Europa un meno 43,9% mentre la quota di mercato complessiva perde un terzo, passando dal 21% (agosto 2023) al 14,4% del 2024. Male anche le ibride plug-in (PHEV), che scendono del 22,3% rispetto all’agosto del 2023. Nel segmento delle auto elettrificate crescono solo le ibride tradizionali senza ricarica esterna (HEV): +6,6% rispetto al 2023.
Nei mercati occidentali di grandi dimensioni, quindi, l’adozione dei BEV si sta manifestando molto più lenta e complicata del previsto in assenza di corposi incentivi e sgravi fiscali. Secondo un recente rapporto, i 27 Paesi UE avrebbero bisogno di 800 miliardi di euro per incentivare la transizione e sostenere i veicoli europei di fronte all’agguerrita concorrenza della Cina.
Ancsa torna a chiedere che siano istituite modalità operative e corsi di formazione specifici per gli operatori che affrontano il richio del recupero di un veicolo elettrificato incidentato. In uno scenario del genere, tuttavia, non sembra realistico contare di poter colmare a breve il vuoto normativo esistente in materia.
Occorre pertanto portare avanti il percorso già avviato da Ancsa nel 2023, quando ha realizzato – in collaborazione con il Comitato Elettrotecnico Italiano – il primo corso in Italia per tutelare la sicurezza di soccorritori e custodi. Nel dettaglio: coinvolgere le Case costruttrici e sollecitarne la collaborazione poiché eventuali eventi sfavorevoli potrebbero indurre molti possibili acquirenti a rinunciare all’acquisto di un BEV; valorizzare percorsi formativi autonomi e testare nuove apparecchiature di rilevamento, idonee ad individuare l’avvio di reazioni pericolose durante il soccorso, il trasporto e la custodia in deposito.
Il mercato dell’usato ha fatto registrare una crescita superiore alle attese nello scorso anno. Il consumatore medio italiano sembra voler rinviare le proprie intenzioni di acquisto di un veicolo nuovo a causa di: costi elevati (spesa media per auto: + 38% dal 2019), svalutazione rapida del prodotto causata della transizione in corso, incertezza sulle politiche UE in materia, costo dell’energia più alto (in media +30% in ambito UE).
Il parco auto circolante è sempre più vecchio: nel 2023 l'età media delle autovetture è salita a 12 anni e 10 mesi, quattro mesi in più rispetto al 2022. La fascia Euro 0-3, ossia dei veicoli con almeno 14 anni, rappresenta il 25% circa del circolante. Il 47% dei passaggi di proprietà effettuati nel primo semestre del 2024 ha riguardato auto con oltre 10 anni. Uno scenario analogo si presenta anche nel trasporto pesante: il 60% del parco circolante europeo supera i 10 anni; in Italia si arriva al 70%.
Questa crescente preferenza dei consumatori verso il mercato dell’usato suggerisce di promuovere iniziative che portino utilità sia ai custodi giudiziari che all’Erario dello Stato. Ancsa ha sempre sostenuto la necessità di abbattere i tempi di cessione al custode acquirente dei veicoli sottoposti a sequestro amministrativo, evidenziando gli effetti deleteri delle giacenze prolungate sullo stato del veicolo (quindi sul suo valore di mercato) nonché i possibili rischi per l’ambiente in caso di giacenze lunghissime. A Piacenza è stato ribadito che bisogna individuare le Prefetture con procedure lente ed intervenire affinché la reimmissione in circolazione dei veicoli in condizioni migliori avvenga in tempi rapidi. Di fronte a una situazione non omogenea sul territorio nazionale, l’Associazione si è impegnata ad intervenire, su segnalazione dei custodi, affinché i veicoli in discrete condizioni siano ceduti subito al custode acquirente e reimmessi in circolazione prima
di diventare ammassi di ruggine sui piazzali delle depositerie.
Anche l’Erario ne trarrebbe vantaggio, considerato che le stime del Demanio per reimmissione non sono certo paragonabili al modesto importo incamerato dallo Stato in caso di demolizione del veicolo.
La Fiera T3 ha offerto l’occasione per riproporre le altre richieste di maggior interesse per il settore del soccorso stradale. In tema di riconoscimento della categoria professionale del soccorritore stradale è stata sottolineata l’esigenza di creare presso il MIT o le Prefetture di un elenco delle imprese di soccorso stradale meccanico, in analogia all’elenco prefettizio delle depositerie giudiziarie ex art. 8 d.P.R. 571/1982. In questo ultimo caso, si potrebbero realizzare procedure più agili, atteso il controllo che già viene operato dai dirigenti prefettizi sul possesso dei requisiti soggettivi dei richiedenti.
A seguito dei contatti stabiliti da Ancsa nello scorso mese di settembre con i due maggiori sindacati dei soccorritori francesi, è stata sottolineata l’importanza di pervenire al più presto ad un rapporto di unità d’azione su temi comuni con le Associazioni sindacali del settore operanti in Paesi UE. Gli incontri con le rappresentanze francesi hanno infatti evidenziato rivendicazioni su temi comuni (riconoscimento formale della categoria professionale del soccorritore stradale, contrasto all’abusivismo su strade ed autostrade) nonché indicato soluzioni adottate oltre confine a problematiche ancora irrisolte in Italia (sistema di trasporto delle persone appiedate, contestuale alle operazioni di soccorso).
In Italia si contano circa 900 contratti collettivi nazionali di lavoro. Fino al 2017 nessuno riguardava il soccorso stradale meccanico, settore con caratteristiche complesse ed ancora privo di un proprio strumento gestionale come il contratto. Grazie all’impegno di Ancsa, Confimea e UGL fu possibile realizzarlo con caratteristiche originali, aderenti alle
esigenze delle imprese operanti nel settore. Nel novembre 2023 è stata licenziata la seconda edizione, che ha recepito nuove esigenze evidenziate dalle imprese ed aggiornato alcuni punti fondamentali.
L’incontro di Piacenza ha reso possibile ribadirne le principali caratteristiche e sottolinearne l’originalità, illustrando i punti di maggiore interesse in un momento caratterizzato dalla penuria di operatori sul mercato del lavoro (formazione del dipendente, flessibilità dell’orario di lavoro). Particolare attenzione è stata riservata ai termini di preavviso che il dipendente è tenuto a rispettare - pena un possibile risarcimento a favore del datore di lavoro – soprattutto nel caso in cui quest’ultimo abbia effettuato un investimento formativo a favore del dipendente (preavviso amplificato).
L’argomento si è rivelato di grande interesse per i custodi poiché sono moltissimi i casi di veicoli abbandonati da anni nei depositi, nelle officine ed anche presso privati cittadini. In caso di assenza di procedure dettate dall’applicazione di norme del Codice della strada o analoga normativa, la procedura da applicare è abbastanza semplice ed è codificata nel D. Lgs. n. 209/2003 “Attuazione della direttiva 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso”.
Nel caso in cui non si trovi il proprietario oppure che lo stesso rifiuti di provvedere alla demolizione del mezzo, Il custode non può rivolgersi direttamente al demolitore senza la certificazione di veicolo fuori uso; deve invece richiedere l’intervento del Comune, il quale si avvarrà della Polizia Locale, che provvederà ad ispezionare il veicolo ed a rilasciare la certificazione. Le spese della procedura sono a carico del custode.
Da notare che il sindaco deve tenere indenne il territorio comunale dai rischi di inquinamento; è quindi sempre obbligato ad intervenire, a rimuovere i rifiuti presenti sul proprio territorio. La procedura si applica anche a veicoli con targa estera.
L’occasione per discutere delle nuove sfide poste dalla riconversione all’elettrico, uno dei temi centrali del T3, è stata offerta dal convegno di apertura “L’alba dei camion elettrici a batterie: l’offerta di mercato e le motivazioni di chi già li usa o si accinge a metterli in flotta” che ha visto partecipare tutti i principali costruttori di veicoli italiani ed internazionali.
Le case costruttrici sono pronte: non veicoli endotermici adattati al motore elettrico bensì veicoli totalmente nuovi, progettati per la mobilità elettrica, dotati per lo più di motore centrale, cambio e pacchi batterie collocati in modo tale da garantire la migliore distribuzione dei pesi. Inoltre modularità degli allestimenti; veicoli tarati sulle esigenze dell’acquirente e in base all’utilizzo che ne sarà fatto. Stile di guida specifico: gli autisti devono essere preparati ad una guida specifica di tali mezzi, al fine di ottenere le prestazioni massime dal veicolo elettrico.
Anche i semirimorchi sono progettati per la mobilità elettrica: pannelli solari sul tetto ed assali rigenerativi per il recupero di energia in frenata; non più motore acceso durante le soste per far funzionare il gruppo frigo.
“I veicoli elettrici ci sono già sono già pronti per essere utilizzati operativamente, il problema è che bisogna vincere alcune sfide. Il primo è un ostacolo psicologico, perché un veicolo elettrico è diverso da un veicolo con un motorizzazione diesel; poi bisogna creare – come hanno detto i relatori – un’infrastruttura di ricarica pubblica”, spiega il giornalista Gianenrico Griffini, moderatore dell’evento, “Ma questa infrastruttura pubblica dovrà avere caratteristiche diverse da quelle di una stazione di rifornimento tradizionale: dovrà avere più spazio a disposizione, perché i veicoli dovranno rimanere fermi più a lungo. Inoltre dovremmo anche abituare le aziende di trasporto a capire che quelli elettrici sono veicoli diversi e quindi hanno un utilizzo differente rispetto al passato”.
L’obiettivo della decarbonizzazione entro il 2050, tuttavia, non potrà essere raggiunto senza che una parte del trasporto pesante sia effettuato con veicoli Fuel Cell, ossia ad idrogeno. Step successivo all’elettrico. Il relativo processo tecnologico è già in stato avanzato: l’idrogeno produce energia elettrica per alimentare il motore del mezzo ed assicura un’autonomia superiore ai 1000 chilometri con un solo pieno. Entro pochi anni, quindi, per il trasporto pesante una nuova alba.
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