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Dal 1972 tuteliamo la categoria

La nostra storia

L’ A.N.C.S.A. (Associazione Nazionale Centri Soccorso Autoveicoli), Associazione nazionale di categoria che riunisce le imprese che effettuano autoriparazione, soccorso stradale meccanico e custodia di veicoli, nasce  a Bologna nell’ anno 1972, da un manipolo di soccorritori, e vede la sua costituzione il 10 gennaio 1973.

L’associazione, costituisce un punto di riferimento nazionale per quanti svolgano attività di soccorso stradale, autoriparazione e custodia di veicoli. Tutela gli interessi giuridici, economici e professionali dei propri iscritti e, in generale, dell’intera categoria; organizza corsi di formazione, individua e segnala criticità emergenti nell’applicazione delle procedure di soccorso e di custodia giudiziaria che evidenzino scarsa professionalità e che comportino ricadute negative sulla sicurezza stradale e dei soccorritori nonché sulla difesa dell’ambiente.

Collabora quotidianamente con le Forze dell’ordine nel recupero, rimozione dei veicoli in panne ed incidentati nonché di quelli sottoposti a sequestro – sia amministrativo che penale - e fermo amministrativo.
E’ altresì impegnata a promuovere e valorizzare ogni forma di utile collaborazione con la Pubblica Amministrazione, al fine di individuare strategie operative condivise, volte alla razionalizzazione delle procedure, al miglioramento della sicurezza degli utenti, alla tutela dei lavoratori ed alla salvaguardia delle imprese operanti nel settore.

Nel 2017, con il contributo determinante della confederazione datoriale Confimea, l’ANCSA ha promosso l’elaborazione e la diffusione del primo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Soccorritore Stradale, colmando un vuoto che costringeva le imprese ad adottare schemi contrattuali (CCNL dei metalmeccanici, del terziario, dei trasporti ed altro) che nulla avevano a che fare con le attività e le esigenze specifiche del settore. 

Ancsa rotatoria vista dall'altoancsa, soccorritore che soccorre un auto
Ancsa carro attrezzi che soccorre un'autoCric che tiene sollevata un'auto
attrezzi che trasporta un'autoAncsa carro attrezzi del soccorso stradale che trasporta un'auto

Criticità e problematiche

Il nostro obiettivo

Obiettivo centrale ed irrinunciabile dell’ANCSA è ottenere il formale riconoscimento e la regolamentazione della Categoria professionale del soccorritore stradale. L’obiettivo da raggiungere è un sistema in cui operino solo imprese professionali, in analogia a quanto già è previsto da decenni per la custodia giudiziaria dei veicoli (artt. n. 8 e segg. del d.P.R. n. 571/1982); ciò al fine di garantire il livello qualitativo minimo che tutti gli operatori del settore dovrebbero possedere.

Al momento, il soccorso stradale è sostanzialmente privo di una normativa di riferimento specifica in grado di regolare l’accesso alla professione e lo standard qualitativo degli interventi. Le poche norme in vigore risultano insufficienti e per lo più concernenti il solo ambito autostradale. In ragione delle finalità pubbliche del servizio di soccorso meccanico in autostrada, gli articoli del Codice della strada (CdS) n. 175 “Condizioni e limitazioni della circolazione sulle autostrade e sulle strade extraurbane principali”, comma 12 (“Il soccorso stradale e la rimozione dei veicoli sono consentiti solo agli enti e alle imprese autorizzati, anche preventivamente, dall'ente proprietario”), e n. 176 “Comportamenti durante la circolazione sulle autostrade e sulle strade extraurbane principali”, comma 12, prevedono che lo svolgimento di tale servizio sia subordinato ad autorizzazione da parte di Enti proprietari o Società concessionarie.

L’art. 374 del Regolamento di esecuzione e di attuazione del CdS contempla inoltre che “L'attività di soccorso stradale e di rimozione di veicoli sulle autostrade può essere affidata in concessione dall'ente proprietario della strada a soggetti autorizzati all'esercizio delle attività di autoriparazione di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 122”.
Al soccorso stradale meccanico in autostrada è rivolta una datata Direttiva del Ministero dei Lavori Pubblici, la n. 3279 del 24 maggio 1999, recante "Regolamentazione del soccorso stradale in autostrada per i veicoli in avaria o incidentati", che prevede un adeguato e tempestivo servizio di soccorso attraverso strutture e mezzi permanentemente ed esclusivamente a ciò dedicati e di soggetti qualificati, con idonea organizzazione di operatori dotati di specifica professionalità e mezzi conformi alla normativa vigente, i quali possano effettuare l’intervento di soccorso in condizioni di sicurezza. La Direttiva contempla espressamente anche le conseguenze derivanti da un’eventuale interruzione dello stesso, ossia il declassamento del tronco autostradale a strada extraurbana. 

Le conseguenze dell’assenza di regolamentazione

Altro fenomeno negativo, di non poco conto, è quello del taglieggiamento a cui l’utente della strada viene talvolta sottoposto da parte di operatori marginali e di pochi scrupoli. Aspetto non trascurabile, quindi, è anche la necessità che ogni onere a carico del cittadino sia trasparente, ragionevole e controllabile; occorre infatti porre fine ad un sistema che rende possibile veri e propri agguati a danno di chi, trovandosi in condizione di oggettiva necessità, è costretto ad accettare richieste molto onerose e francamente ingiustificate.

ANCSA si avvale di un Codice etico, al quale gli iscritti devono uniformare la propria attività, e di tariffe di intervento prefissate - pubbliche e consultabili sul proprio sito - alle quali gli iscritti sono tenuti ad uniformarsi. Le tariffe però non sono obbligatorie per i non iscritti e pertanto, in uno scenario privo di regole, non possono certo escludere le descritte deprecabili pratiche messe in atto da alcuni.

Occorre pertanto introdurre senza indugio una tariffa minima e massima per l’attività di soccorso stradale su strade ed autostrade. La tariffa minima, infatti, garantirebbe la corretta remunerazione dell’attività dell’impresa che svolge l’attività sul territorio, evitando forme di concorrenza sleale da parte di operatori non professionalizzati con rischio per la sicurezza della circolazione stradale e degli stessi operatori.
La tariffa massima impedirebbe forme di speculazione da parte di operatori scorretti e mettono al riparo le imprese da una corsa al ribasso che di fatto tende ad escludere le aziende più serie e virtuose. Sul punto va evidenziato che Il servizio di soccorso stradale sulla rete stradale e autostradale italiana è gestito dall'Anas o dalle società concessionarie del servizio (ACI, VAI, Europ Assistance, IMA ecc..). Le stesse, tramite contratti di fornitura, si avvalgono dei soccorritori stradali, ai quali, nel corso degli ultimi anni, sono state imposte tariffe sempre meno favorevoli che inesorabilmente penalizzano le imprese del settore.

Da ultimo, va considerato che i vertiginosi aumenti del costo dei carburanti registrati di recente mettono a dura prova i soccorritori stradali - già provati dagli effetti della pandemia - che non hanno ricevuto agevolazioni da parte dello Stato, a differenza di quanto previsto invece per altre categorie (ad es. gli autotrasportatori). Visto che i citati contratti imposti dalle Società di servizio non prevedono clausole di adeguamento automatico, tutto il peso degli aumenti resta esclusivamente a carico dell’impresa che materialmente effettua il soccorso, senza nessuna possibilità di rivedere al rialzo le tariffe praticate. Continuare a resistere in una situazione del genere, lavorando in perdita, non è un’ipotesi praticabile ancora per molto; molte aziende saranno costrette a spegnere i motori dei carri.

Risulta evidente, pertanto, che la categoria degli operatori del soccorso stradale, pur essendo di fondamentale importanza, non sia adeguatamente regolamentata né tutelata. Tale assenza rende possibile l’accesso incontrollato a tale attività di chiunque disponga di un carro attrezzi, sia pure di dimensioni e funzionalità minime.
Sul punto, occorre far presente che il soccorso stradale meccanico è un servizio classificato come pubblico essenziale su strade ed autostrade; è svolto da specifiche figure professionali sull’intera rete viaria ordinaria ed autostradale a favore di ogni tipo di veicolo, ogni giorno dell’anno e copre le 24 ore. La centralità attribuita al soccorso stradale è confermata anche dalla circostanza che tale attività non ha subito alcuna interruzione durante il periodo del lockdown, in quanto ricompresa tra quelle contraddistinte dal codice ATECO 52 nonché gerenti di servizi accessori alla circolazione su gomma.

Compito primario del soccorritore stradale meccanico è raggiungere al più presto possibile il luogo dell’intervento (conseguente ad avaria o ad incidente stradale); prestare soccorso in loco, quando effettuabile; rimuovere i veicoli interessati nel più breve tempo possibile e trasportarli in un’officina o in un deposito, a seconda dei casi. Tale esigenza emerge maggiormente in caso di attività di soccorso prestata in autostrade o tangenziali, dove l’alta velocità dei veicoli in transito amplifica di molto i rischi e richiede che gli interventi siano sempre condotti con rapidità e sicurezza, senza alcuna pericolosa approssimazione. Ciò richiede che il soccorritore sia in possesso di una consolidata conoscenza professionale e di specifiche specializzazioni; comporta altresì varie forme di responsabilità, sia civili che penali.

Non è raro che il soccorso sia prestato invece con mezzi insufficienti, inefficienti o sotto dimensionati; oppure che gli addetti non siano stati adeguatamente formati per portare a termine un determinato tipo di intervento. Ciò si riscontra maggiormente nel caso di imprese che operano al di sotto della soglia minima di professionalità, con il fine di abbattere i costi di esercizio, ed applicano tariffe molto inferiori alla media per apparire concorrenziali. Il fenomeno è maggiormente rilevante sulla rete autostradale, dove si contano a decine gli episodi di gravi fatti occorsi durante lo svolgimento delle operazioni di soccorso meccanico sul luogo di un precedente incidente stradale. Anche in tema di soccorso stradale, pertanto, la sicurezza necessita di priorità assoluta.

Le auto elettriche

L’aumento progressivo dei veicoli elettrici ed ibridi in circolazione impone che sia colmato l’analogo e preoccupante vuoto prescrittivo che si registra in materia di mobilità elettrica, individuando modalità specifiche da adottare in caso di soccorso meccanico su strada e di custodia in deposito.

Il recupero di tale tipologia di veicolo, a seguito di incidente o avaria, espone a pericoli continui; Il soccorritore deve essere istruito in merito ai rischi di elettrocuzione e di eventuale incendio successivo all’intervento. Occorre che gli operatori siano a conoscenza delle specifiche modalità di soccorso richieste per automezzi provvisti di impianti elettrici ad alta tensione e maggiormente esposti a rischio di incendio, rilascio di sostanze tossiche ed esplosione rispetto a quelli con motore endotermico. Occorre altresì che possano sempre disporre degli speciali dispositivi di protezione individuale richiesti in tali casi.

In Italia tali problematiche appaiono al momento apparentemente ridotte rispetto ad altri Paesi, in conseguenza dell’ancora relativamente modesta diffusione dei veicoli ibridi ed elettrici rispetto a quelli con motori endotermici. Tuttavia il settore è destinato ad una crescita notevole. Occorre quindi considerare per tempo la profonda diversità dei veicoli elettrici rispetto a quelli tradizionali ed affrontare i rischi connessi a tale diversità.

Non risultano avviati studi per consentire la custodia in sicurezza di tali veicoli nelle depositerie giudiziarie, mediante la fissazione di parametri minimi di distanza da altri veicoli oppure la previsione di aree dedicate nonché l’adozione di apparecchiature speciali di costante vigilanza a distanza (termo scanner per la misurazione della temperatura dei pacchi batteria) sui mezzi incidentati per i quali sussiste il rischio di “thermal runaway” - letteralmente “fuga/valanga termica” - ossia processo di innalzamento termico incontrollato, con l’aumento repentino della temperatura delle batterie a seguito di incidente e sfiato di gas, in grado di provocarne l’incendio e, nel peggiore dei casi, l’esplosione anche dopo molte ore o giorni.

ANCSA persegue l’obiettivo di qualificare al meglio la professione del Soccorritore Stradale Professionale e di promuovere percorsi formativi di alta qualità, per il tramite di enti accreditati, partendo dal presupposto che un dipendente formato rappresenta un sostanziale arricchimento per ogni azienda.

A tal fine, in collaborazione con il Comitato elettrotecnico italiano (CEI, ente di normazione e formazione che rappresenta lo Stato italiano in organismi internazionali) ha promosso il primo corso dedicato al soccorso stradale ed alla custodia giudiziaria in tema di mobilità elettrica, concernente le misure di sicurezza e le principali procedure da adottare in caso di interventi di soccorso o di custodia in depositeria di veicoli elettrici e ibridi. Il corso permette l’attribuzione delle qualifiche di PES (persona esperta) e PAV (persona avvertita).

Organigramma

Il presidente
Dr.ssa ELEONORA TESTANI

Ancsa il presidente Eleonora Testani

Nata a Palestrina il 27 Febbraio 1964.
Diplomata Segretaria di Amministrazione nel 1983 con il massimo dei voti.
Nel suo impegno imprenditoriale ha sempre dato il massimo sia nelle aziende familiari del papà e dei fratelli che nella propria.
Attualmente la Società da Lei amministrata è composta da 5 settori di attività con i preposti dedicati ad ogni singolo settore. Presso le tre sedi operative sono assunti 28 dipendenti in regola e il suo tempo è interamente dedicato al lavoro, tra le attività svolte quali Agenzia Infortunistica, Noleggio veicoli, Officina Meccanica, spicca in maggior rilievo il Soccorso Stradale leggero/medio/pesante e l’attività di deposito giudiziario/amministrativo/fiduciario che attualmente svolge anche come capofila del sistema dei sequestri Sives per le tre province di Roma/Frosinone/Latina.
Il giorno 5 Luglio 2014 i membri eletti della Giunta Esecutiva hanno espresso la volontà di metterla al vertice dell’organizzazione ANCSA per i prossimi 4 anni, ella con consueto spirito di impegno accetta l’incarico impegnandosi insieme ai colleghi di Giunta Esecutiva a dare agli associati un valido e cospicuo supporto.

presidenza@ancsa.it

Vice presidente

Ancsa vicepresidente Simona Berruti

Simona Berruti

Ancsa vicepresidente Santo Coppolini

Santo Coppolini

Direttore Generale

Ancsa Direttore Generale Giancarlo Izzi

Giancarlo Izzi

Responsabile centro studi

Ancsa responasabile centro studi Giuseppe Altieri

Avv. Giuseppe Altieri

Consiglieri

A.N.C.S.A.%20Salvatori%20Alessio

Alessio Salvatori

A.N.C.S.A.%20Tavella%20Alessio

Alessio Tavella

A.N.C.S.A.%20De%20Lucia%20Isabella

Isabella De Lucia

A.N.C.S.A.%20Squarcia%20Laura

Laura Squarcia

A.N.C.S.A.%20Scaringella%20Marco

Marco Scaringella

Collegio sindacale

A.N.C.S.A.%20Palmieri%20Silvano

Silvano Palmieri

A.N.C.S.A.%20Pacella%20Vincenzo

Vincenzo Pacella

ANCSA%20Sinicropi%20Katia

Katia Sinicropi

A.N.C.S.A.%20Chiari%20Enrico

Enrico Chiari

A.N.C.S.A.%20Corradini%20Lorenzo

Lorenzo Corradini

Presidente Onorario

Dott. Graziano Meoni